CHIODO DA GHIACCIO OWL (HOLE) L’evoluzione delle protezioni su ghiaccio ha raggiunto negli ultimi anni livelli di assoluta eccellenza sia dal punto di vista dell’affidabilità durante la scalata che dal punto di vista della costruzione, le viti da ghiaccio sul mercato sono dei veri e propri "strumenti" dell’arrampicatore e senza inutili giri di parole possiamo dire che la produzione delle viti bd e soprattutto grivel si pongono come punto di riferimento per chi sceglie una serie di protezioni per ridurre a livelli accettabili il rischio che comporta l’arrampicarsi su strutture che il freddo ha reso scalabili. Quello che ci viene da pensare è se a questo punto serva davvero una nuova generazione di viti e dove apportare migliorie a un sistema mano-vite-ghiaccio che sembra ormai aver raggiunto l’optimum. Quello che senz’altro possiamo fare è proporre questa nostra soluzione, risultata ancora una volta dell’esperienza di bubu a muoversi sul precario e di questa malattia che ho per gli acciai. Il risultato è una protezione piazzabile con buona manovrabilità che cerca di eliminare il problema delle prime fasi di inserimento dove grazie al sistema "owl-et" è possibile inserire la vite senza mai doverla lasciare per "riprendere" l’avvitamento, una specie di cricchetto ma molto alleggerito. Una protezione piazzabile in qualsiasi posto, bastano 60° (1/6 di giro)di rotazione sgombra da strutture per poterla avvitare completamente. Un nuovo sistema di passaggio della carota di ghiaccio che durante il suo transitare all’interno del chiodo trova un diametro di qualche decimo di millimetro superiore rispetto a quello della parte dedicata alle frese eliminando per quanto possibile l’attrito interno. E soprattutto un mix di 5 diversi acciai inossidabili che rende questa vite inattaccabile ai comuni attacchi corrosivi e che rende la struttura di questo chiodo affidabile fino alla difficilmente arrampicabile temperatura di –200°C. Stefano Versione provvisoria del chiodo. Versione provvisoria del chiodo. MATERIALI IMPIEGATI: FRESE La parte della vite dedicata alle frese è realizzata in acciaio inossidabile martensitico X30Cr13, un acciaio inossidabile al solo cromo(13%) e a medio tenore di carbonio(0,30 circa). Questo acciaio inossidabile rientra nella categoria degli acciai autotempranti significa che dopo un riscaldamento superiore alla temperatura di austenitizzazione per quanto lento possa essere il raffreddamento non ho una trasformazione austenitico-perlitica ma una trasformazione austenite-martensite. La struttura finale è quindi martensitica che conferisce valori di durezza elevati. Con questo tipo di acciaio vengono prodotti anche gli strumenti chirurgici. CORPO DELLA VITE Realizzato in acciaio inossidabile austenitico al cromo nichel, acciaio dalle caratteristiche meccaniche adatte all’assorbimento dell’energia a temperature criogeniche, con questo acciaio vengono realizzate tubazioni che permettono il trasporto dell’azoto liquido (-196°C). offre eccellenti resilienze a bassa temperatura con bassa sensibilità agli intagli. Presenta una buona resistenza a rottura (circa 600Mpa) e un basso carico di riferimento al limite dello scostamento dalla proporzionalità (RP0,2), in sostanza è un acciaio che riesce a deformarsi assorbendo energia perché ha un carico di snervamento molto distante dal suo limite di rottura, con una capacità di allungamento prima di arrivare a rottura fino al 45%. Crediamo possa essere una soluzione indicata sotto l’aspetto "assorbimento dell’energia". GIUNZIONE FRA I DUE METALLI DISSIMILI Uno dei problemi nella costruzione di strutture dove sia prevista la continuità metallurgica tra due metalli dissimili è ovviamente la loro saldatura che nel nostro caso viene eseguita con procedimento TIG (tungstenum inert gas) saldatura manuale con elettrodo in fusibile in tungsteno sotto protezione gassosa (argon che garantisce atmosfera localmente inerte). Come materiale d’apporto viene impiagata un lega di nichel, Inconell 600 anch’essa inossidabile con tenori di nichel che arrivano al 70%. L’esecuzione delle saldature è sottoposta a controllo costante da parte di un ispettore di saldatura (EWI) e viene effettuato sui lotti un controllo a spot mediante liquidi penetranti. MANOPOLA DI MANOVRA E PIASTRA D'AGGANCIO MOSCHETTONE Realizzate in unica soluzione per intuibili ragioni di peso il materiale impiegato è un piccolo capolavoro della tecnica applicata alla metallurgia. Sintetizzato dalla ditta Sandwik questo nuovo materiale chiamato Nanoflex abbina la resistenza la resistenza alla corrosione tipica degli acciai inossidabili a caratteristiche meccaniche paragonabili e superiori ad un acciaio bonificato. La scelta di questo materiale deriva da una collaborazione con il dott. Giuseppe Sala della Sandwik che con disponibilità e pazienza infinite ci ha indirizzati verso questo nuovo prodotto. Grazie a queste caratteristiche meccaniche siamo riusciti a realizzare un particolare alleggerito in ogni parte che si adattasse perfettamente alla tipologia di quello che stavamo progettando. PERNO AGGANCIO MOSCHETTONE In acciaio inossidabile austenitico al Cromo Nichel AISI 316, molto simile all’acciaio impiegato per la vite ma con l’aggiunta di molibdeno in percentuale del 3%circa è destinato all’alloggiamento del moschettone che come punto di contatto avrà la superficie raccordata appunto del tubo, è stato scelta la sezione tubolare per motivi di leggerezza e deformabilità orientate per quanto possibile all’assorbimento dell’energia. PERNO DI MANOVRA Traditi per un attimo gli acciai viene realizzato in lega d’alluminio per motivi di relativa leggerezza e facilità di lavorazione di zigrinatura. VITE DI FISSAGGIO PERNO DI MANOVRA In acciaio inossidabile serie A4. Pezzi separati. Pezzi puntati. Prima passata. Seconda passata. Forno postriscaldo. Controllo con liquido penetrante. Applicazione rivelatore liquidi penetranti. Lucidatura. Saldature eseguite. |
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